Neil Young dice no allo streaming di bassa qualità

"Lo streaming per me è finito. Spero che i miei fan siano d'accordo.
Non è per i soldi, sebbene la mia percentuale (come per tutti gli altri artisti) sia notevolmente ridotta per colpa di pessimi accordi presi senza il mio consenso.
E' per via della qualità audio. Non ho intenzione di lasciare che la mia musica venga sminuita dalla peggior qualità di broadcasting di sempre. Non posso permettere che i miei fan comprino una cosa del genere. E' sbagliato per la musica.
Per me sta tutto nel fare e distribuire musica che la gente possa davvero sentire e provare. Questa è la posizione che sostengo.
Ci ripenserò quando la qualità sarà maggiore. Mai dire mai.
Neil Young"

Questa la dichiarazione apparsa sulla pagina Facebook ufficiale pochi giorni fa, dicendo così addio alla possibilità di pubblicare il suo catalogo musicale su Spotify e Apple Music. Molti fan hanno risposto dicendosi poco d'accordo. Se è vero che la qualità è un aspetto importante, è anche vero che una decisione come questa si scontra con l'ovvia comodità di ascoltare musica in situazioni in cui la qualità non è permessa (con auricolari, in auto, ecc) e la possibilità di far arrivare la musica a nuove generazioni che non spendono soldi in vinili e impianti hi-fi.
Ma sappiamo bene che Neil ci ha abituato alle sue posizioni controverse ed estremamente artistiche, controproducenti in termini di popolarità. Sembra che voglia dirci: preferisco avere 10 mila fan che ascoltino vinile piuttosto che 1 milione di fan che ascoltino mp3.


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